Nella teologia cattolica, verità rivelata da Dio e, come tale, proposta dalla Chiesa, perché sia da tutti accettata: in quanto verità soprannaturale (credibile, ma non giustificabile per la mente umana), il dogma si trova in modo esplicito o implicito nella rivelazione e ha quindi valore oggettivo e immutabile; essendo necessario per la definizione dogmatica l’intervento della Chiesa docente, si riconosce l’importanza dell’elaborazione storica e teologica per esplicare tutto il contenuto della rivelazione. Dati questi presupposti, non sono dogma le affermazioni del magistero ordinario della Chiesa (contenute, per es., in encicliche pontificie), come pure quelle realtà che hanno un rapporto con il dogma, in quanto ne costituiscono o una premessa pratica o una componente teorica, ma non sono contenute nella rivelazione (come per es. i fatti dogmatici , le conclusioni teologiche cui la Chiesa dà la sua preferenza, i concetti e i termini filosofici tradizionali con cui il dogma viene espresso ecc.).
Elementi che costituiscono il dogma
Dei due elementi che costituiscono il dogma (verità rivelata e definizione ecclesiastica), il primo può dirsi condiviso da tutte le Chiese cristiane, salvo discriminare teologicamente e criticamente il rapporto fra testo scritturale e definizione dogmatica. Il riconoscimento e la definizione operata dalla Chiesa hanno invece suscitato varie polemiche e interpretazioni, tutte strettamente legate al modo d’intendere la tradizione ecclesiastica. Le Chiese fuori del cattolicesimo conservano un depositum fidei più ⋯