Espressione usata per indicare la libertà dell’uomo, i cui atti non sono determinati da forze superiori (di tipo soprannaturale o naturale), ma derivano da sue autonome scelte. L’espressione è nata sul terreno delle discussioni teologiche cristiane, in relazione alla conciliabilità tra onnipotenza e onniscienza divina e libertà umana. A sostenere la tesi del l.a. con particolare calore sono stati soprattutto i protagonisti dell’Umanesimo e del Rinascimento.
Il libero arbitrio
Capacità di scegliere liberamente, nell’operare e nel giudicare. L’espressione, usata a indicare la libertà del volere umano, nasce dapprima sul terreno della speculazione teologica, in connessione con i problemi della grazia, della predestinazione e dell’origine del male. Agostino, nella cui opera il concetto assume il massimo rilievo, distingue il l. a. dalla libertà perfetta, che l’uomo avrebbe perduto in seguito al peccato originale, e lo identifica come quel «posse ⋯