Nel linguaggio filosofico, va ricordato l’uso del termine in I. Kant che con d. indicava «il pregiudizio di poter progredire nella metafisica senza una critica della ragione», e quindi, in generale, l’indirizzo della metafisica tradizionale. In tempi più recenti, riprendendone il significato originario di posizione contrapposta a quella scettica, E. Husserl gli ha attribuito un valore positivo come atteggiamento ‘pre-filosofico’ proprio delle scienze naturali e di altre scienze.
Atteggiamento ⋯
Il termine deriva dal latino deus, come teismo dal greco ϑεός. I due termini, d. e teismo (il primo appare già nel 16° sec., forse usato per la prima volta dal calvinista M. Viret; il secondo fu messo in voga da Cudworth) furono sentiti come equivalenti ancora nell’Ottocento; ma va ricordata la definizione di Kant che ha precisato il significato ormai più comune: «Colui che ammette solo una teologia ⋯
Per filosofia critica o criticismo si intende quindi essenzialmente in primo luogo la filosofia kantiana e secondariamente ogni filosofia che alle tesi kantiane faccia riferimento.
È questo il caso soprattutto delle correnti filosofiche che si sviluppano in Germania nella seconda metà del 19° sec. all’insegna del rifiuto dell’hegelismo e del «ritorno a Kant». «Bisogna tornare a Kant!» era nello stesso tempo l’invito e il manifesto programmatico con cui terminava ⋯
Concezione che pone la genesi della realtà in relazione con un atto creativo, comunque inteso. In particolare, dottrina teologica cristiana che, opponendosi al traducianesimo*, ritiene le anime create direttamente e immediatamente da Dio, per ogni uomo. In ambito scientifico, dottrina che si contrappone alla teoria dell’evoluzionismo, e specialmente a quella darwiniana, sostenendo che le specie viventi sono state create da Dio e sono rimaste immutate nel corso i secoli. ⋯
Dottrina che considera ogni uomo «cittadino del mondo», sostenendo l’irrilevanza delle appartenenze nazionali. Il termine risale a Diogene il Cinico, il quale, interpellato sulla sua provenienza, rispose di essere «cosmopolita» (da κόσμος «mondo», e πολίτες «cittadino»).
L’età classica. Il c. si diffuse nella seconda metà del 5° sec. a.C., nel quadro della crisi delle poleis e del connesso svilupparsi di atteggiamenti individualistici. A farsene portatori furono quei sofisti, come ⋯
Religione fondata da Siddhārtha Gautama, detto il Buddha («risvegliato») nell’India nordorientale alcuni secoli prima della nostra era e poi largamente propagatasi in Asia meridionale, centrale, orientale e del Sud-Est. In questa voce verrà presa in considerazione solo la rilevanza filosofica del b.: le scuole legate al b. ( Abhidharma, Madhyamaka, Mahāyāna, Pramāṇavāda, Theravāda, Yogācāra) sono state infatti centrali nel dibattito filosofico dell’India antica e classica (fino all’estinzione del b. ⋯